Informazioni ai pazienti
"Mutande sporche"
Molti pazienti riferiscono episodi di "emorragie anali" e/o "incontinenza", messi in relazione al riscontro di imbrattamento periodico o abituale della biancheria intima sia subito dopo che a distanza dalla defecazione o senza nessuna relazione con la defecazione stessa.
In realtà le cause possono essere molte, a cominciare dal cosidetto "Ano umido", consistente in macchie di varia colorazione (dal chiaro, al giallino, al verdastro fino al marrone scuro o violetto) provocata da varie secrezioni di diversa origine: mucosità più o meno tinte di sangue dovute a prolasso muco-emorroidario procidente (esterno o di IV grado), sierosità causate da varie flogosi cutanee allergiche e/o infettive (aniti, spesso micotiche), tracce di pus franco per presenza di lesioni suppurate (ragadi, criptiti, ascessi, fistole).
Diverso è il caso del "Soiling" in cui le perdite sono più massive e spesso con colorazione ( e odore) fecale: può trattarsi di una manifestazione iniziale di vera e propria incontinenza destinata all’aggravamento, ma anche solo di manifestazioni secondarie, anche temporanee e spesso risovibili insieme al trattamento della causa scatenante che, di volta in volta, può corrispondere a espressione maggiore delle cause già descritte per l’ano umido, ma anche a presenza di lesioni (ragadi, fistole, ascessi, polipi, ecc.) in grado di determinare deformazioni del canale anale che impediscono una "tenuta stagna" di questo. A volte anche semplici flatulenze possono accompagnarsi a contemporanea eliminazione di liquidi (muco e/o feci non formate) in quel momento "appoggiate" all’estremo del canale anale.
La vera "Incontinenza fecale" riguarda l’emissione, perlopiù non avvertita, di vero e proprio materiale fecale, all’inizio solo liquido o poco formato, ma poi solido e abbondante nei casi più gravi.
Un caso particolare è rappresentato da quelle persone che si ritengono "incontinenti" perchè, senza causa apparente o, molto spesso, dopo un più o meno recente intervento chirurgico anale, durante la giornata, trovano piccole macchie di aspetto fecale nelle mutande: il più delle volte si tratta, semplicemente di "cacca nel culo" (espressione popolare, magari un po’ volgare, ma che spiega bene la situazione), cioè di piccoli residui di feci che permangono, dopo la defecazione, nella zona del canale anale al di sotto dello sfintere, cioè di quel muscolo che chiude il transito alle feci, aprendosi solo al momento opportuno; trovandosi più in basso, questi residui, in certi casi raccolti tra le normali pliche e/o le colonne anali (pieghette dell’anoderma, come plissettatura) o in "canali" temporanei o definitivi, esito inevitabile di procedimenti chirurgici, durante le attività fisiche quotidiane, vengono pian piano "spremuti" verso l’esterno, causando le macchie e il piccolo disagio; la soluzione può consistere nell’ estendere l’igiene intima fino all’interno del canale anale, introducendo il dito e lavandolo completamente, con allontanamento di tutti i residui.
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