Dott. Nando Gallese


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Intestino irritabile

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Sindrome dell''''intestino irritabile – SII


La Sindrome dell’Intestino Irritabile (SII), termine molto più preciso e realistico di quelli comunemente usati ed abusati (come il “Colon Irritabile”, la mitica e praticamente inesistente “Colite Spastica” o la generica e diagnosticamente inutile “Colite” e basta) è un disturbo funzionale dell’apparato gastro-intestinale molto frequente, ne è affetto circa il 15% delle persone.
È caratterizzato da: dolore addominale, irregolarità dell’alvo, meteorismo e variazione di consistenza delle feci con andamento cronico ricorrente caratterizzato da periodi di riacutizzazione e da periodi di remissione. I sintomi possono essere variamente associati. La maggior parte delle persone affette dalla SII (circa 3 su 10 persone) si rivolge in prima istanza al proprio medico di base, ed 1 su 10 allo specialista gastroenterologo. Il paziente affetto da SII per l’assenza di patologie organiche non va considerato né superficialmente né ipocondriaco (malato immaginario).
Le cause della SII non sono ancora definite. L’ipersensibilità viscerale è considerata uno dei principali fattori
Un disturbo psichico causa dei sintomi della SII è un’altra l’ipotesi eziopatogenetica. È stata rilevata una forte associazione tra SII con alcuni fattori psicosociali e malattie psichiatriche. È indubbio che vi sia tra questi pazienti una maggiore incidenza di ansia, depressione e sentimenti di ostilità. Inoltre vi è l’osservazione che stress ed emozioni possono alterare la motilità del colon e ciò si verifica sia nei soggetti normali che in quelli affetti da SII. Il fatto che sintomi psichiatrici siano presenti comunque anche in pazienti con altre sindromi dolorose croniche fa peraltro sorgere il dubbio che i sintomi psicologici possano essere la conseguenza e non la causa dei sintomi da SII.
Alcuni alimenti possono essere mal tollerati da chi soffre di SII e possono essere in grado di riacutizzare la sintomatologia. In tale caso è necessario identificare quegli alimenti specifici ed escluderli dalla dieta anche se c’è la tendenza esagerata del soggetto a ritenere il cibo la causa dei sintomi.
La maggioranza dei soggetti riferisce un cambiamento delle abitudini dell’alvo insorte durante l’adolescenza o la prima età adulta. Le modificazioni sono progressive e tendono a stabilizzarsi sull’alternanza stipsi-diarrea, con predominanza di uno dei due sintomi.
La stipsi inoltre può essere definita in modo oggettivo o in modo soggettivo. Un soggetto può venir definito, dal medico, affetto da "alvo siptico" quando evacua meno di tre volte nell’arco di una settimana. Tuttavia lo stesso soggetto può autodefinirsi "stitico" perché evacua in modo doloroso e/o difficile.
La stipsi è solitamente presente all’inizio in modo sporadico, episodico. Diviene poi progressivamente continua e resistente a lassativi e clisteri. Si associa speso dolore addominale alleviato dall’ evacuazione o dall’emissione di aria.
La diarrea è caratterizzata da feci di consistenza ridotta e di piccolo volume. La sua insorgenza è solitamente improvvisa e si verifica soprattutto al mattino e dopo i pasti e tipicamente non risveglia il paziente durante il sonno. Anche con la diarrea compare spesso il dolore addominale che caratteristicamente si attenua dopo l’evacuazione.
Il dolore addominale si presenta in vari modi: crampiforme, bruciante, "come un peso". Anche l’intensità e la localizzazione sono molto variabili da soggetto a soggetto. Spesso è scatenato dai pasti ed alleviato dall’evacuazione. Generalmente anch’esso non causa risveglio notturno. Anche il meteorismo, la flatulenza, le eruttazioni sono sintomi comuni a tutti i pazienti affetti da SII. Altro segno della SII è la presenza di muco nelle feci che non è però espressione di infiammazione del colon.
Alterazioni psicologiche quali: depressione, ansia, difficoltà nella concentrazione mentale sono state notate dal 70 al 90% dei soggetti affetti da SII aggravati dallo stress o da tensioni emotive. Stress ed emozioni possono scatenare un aumento della motilità intestinale sia nei soggetti normali che nei pazienti con SII, ma questi ultimi sembrano essere più sensibili.
La diagnosi di SII si basa sostanzialmente sui sintomi sopra descritti e sulla esclusione di altre patologie di tipo organico. Dunque grande importanza riveste il colloquio che il paziente deve avere con il proprio medico di fiducia. Imprescindibili alcuni esami di “minima”: Colonscopia (con eventuali biopsie mucose) e Tests per intolleranze alimentari (lattosio e Glutine).

Il trattamento mira ad alleviare i sintomi. Il cardine della terapia è il buon rapporto di fiducia tra medico e paziente. Il medico ha il compito di dare sicurezza al paziente per consentirgli di superare le condizioni stressanti, cercando di identificare le eventuali fonti di disagio emotivo. E’ importante inoltre che durante il colloquio il medico spieghi al paziente che il trattamento della SII è a lungo termine, prevedendo a volte cicli di terapia che potranno essere ripetuti e che, per questo, richiederanno al paziente grande disponibilità e pazienza nell’ aderire alle prescrizioni del medico.
La dieta. Rappresenta il primo approccio alla SII. In generale le restrizioni dietetiche non sono giustificate in quanto possono aggravare il disagio psicologico. Tuttavia, quando il sintomo prevalente è il meteorismo, accompagnato o meno dalla diarrea, si possono ridurre i carboidrati, perché questi aumentano la formazione di gas a livello del colon. Quando vi è il sospetto di intolleranza alimentare può essere utile eliminare dalla dieta alcuni elementi che, a giudizio del paziente, aggravano o scatenano i sintomi. In caso di stipsi poi può essere indicata l’assunzione progressiva di quantitativi sempre maggiori di fibre: crusca, derivati dello psyllium, glucomannani, etc.
I farmaci più usati sono gli anticolinergici e gli antispastici. La categoria dei procinetici risulta efficace nei pazienti con stipsi e dolore addominale postprandiale. Gli antidiarroici, tra i quali soprattutto la loperamide per gli scarsi effetti sistemici, sono impiegati nelle forme dove prevalente è la componente di accelerato transito intestinale. Benzodiazepine ed antidepressivi possono fungere da supporto nel ridurre l’ansia ed i sintomi psicologici scatenanti e/o aggravanti in particolari momenti della vita del paziente.
Da considerare inoltre le varie modalità di psicoterapia (di gruppo, comportamentali) indicate nei pazienti con gravi turbe psichiche (s. depressive gravi, esiti di abusi sessuali nell’infanzia, richieste continue di accertamenti diagnostici e visite specialistiche).

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