Informazioni ai pazienti
L’aumento delle dimensioni dell’utero gravido provoca la compressione dei visceri circostanti, soprattutto quelli, come il retto e i vasi venosi pelvici, che rimangono intrappolati tra il corpo uterino e le pareti inestensibili del piccolo bacino: questa condizione, associata ad un variato assetto ormonale, è responsabile della frequente comparsa, in gravidanza, di disturbi defecatori e della congestione dei plessi venosi anali, vulvari e pelvici, che sfociano in stipsi e sintomi emorroidari.
I problemi aumentano progressivamente, raggiungendo il culmine al momento del parto, evento di per se traumatico per le forti pressioni presenti e gli sforzi inevitabili, a volte con complicazioni quali le lacerazioni vulvo-perineali spontanee e spesso con il contributo di alcune manovre ostetriche necessarie, come il frequente ricorso ad episiotomia (“taglio”) e conseguenti suture chirurgiche. Spesso le sequele perdurano anche per molti mesi dopo il parto, prima di regredire spontaneamente o con aiuto terapeutico, ma, a volte, le conseguenze rimangono definitive e rappresentano solo l’inizio di una sintomatologia destinata a progredire.
Problemi più o meno importanti si verificano normalmente in tutte le donne, anche in quelle con defecazione sempre regolare e che non hanno mai avuto, in precedenza problemi anali (emorrodi, ragadi, ecc..), ma è possibile che la gravidanza possa essere il momento rivelatore di problemi nascosti fino a quel momento, facendo emergere condizioni di patologia “latente”: tuttavia, come già ricordato, a distanza di qualche mese, tutto può tornare nella normalità, per cui, generalmente, non è opportuno trattare chirurgicamente tali situazioni subito dopo il parto, ma è più conveniente intraprendere terapie conservative di attesa (semicupi, dieta rica di scorie, integrata con fibre solubili e/o bioflavonoidi o integratori venotropi compatibili con l''allattamento, ecc.), riservandosi una rivalutazione clinica a distanza.
Naturalmente, le donne con patologie ano-rettali già note, hanno un notevole rischio di aggravamento, in gravidanza e dopo il parto, dei loro problemi.
Tuttavia stipsi, sintomi emorroidari e complicazioni anche molto fastidiose e dolorose, come ragadi (“fissurazioni”), trombosi (“coagulazione intravenosa”), fecalomi, possono facilmente insorgere sia nei soggetti “predisposti”, sia in chiunque altro, anche se prima perfettamente sano.
Purtroppo, non esiste un criterio per prevedere tali eventi e non esistono cure mediche o chirurgiche profilattiche: spesso si hanno richieste di intervento chirurgico perchè nella prima gravidanza “sono uscite le emorroidi” e, in previsione di altre gravidanze si vogliono evitare gli stessi problemi: questo è impossibile ! Non si sa cosa accadrà nella gravidanza successiva e non c’è niente che possa dare la certezza di evitare tali dispiaceri.
Consigli generici di prevenzione:
- praticare moderata, ma regolare attività fisica
- seguire un’alimentazione ricca di scorie (frutta, verdura, alimenti integrali) e acqua
- controllare l’aumento eccessivo del peso corporeo
Terapia: fondamentale è evitare il a d“fai da te”, rivolgendosi sempre al proprio Ginecologo di fiducia e, meglio ancora, anche ad un esperto Proctologo: la precisa diagnosi è la base per una corretta terapia; le soluzioni e i rimedi sono molteplici, farmacologici e chirurgici, ma vanno valutati caso per caso, adattando la strategia terapeutica “su misura” alla singola persona.
(vedi anche “Stipsi in Gravidanza”)
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